DEPRESSIONE

“La rinuncia è un sucicidio quotidiano.”
HONORÉ DE BALZAC

La parola ‘depressione’ deriva dal latino “deprimere”, cioè spingere o premere verso il basso. Indica un abbassamento del tono dell’umore (sentimenti di tristezza, vuoto, mancanza di speranza e progettualità), accompagnato da una serie di altri segnali: il disinteresse verso attività e piaceri quotidiani (anedonia), la mancanza di sonno (insonnia) o il suo contrario (ipersonnia), sentimenti di disgusto verso di sè (mancanza di autostima), perdita generale di energia nell’arco della giornata. Può includere la mancanza di attenzione e di capacità di concentrazione, e a volte può portare a pensieri suicidari.

DSM E DEPRESSIONE

Nel Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali (DSM-5) vengono elencati una serie di criteri diagnostici costruiti su base statistica, divisi per insiemi che costituiscono le diagnosi. Esso si basa sempre più sul presupposto secondo il quale le diagnosi psichiatriche sarebbero qualitativamente sovrapponibili a quelle mediche. Esse sarebbero riconducibili a problematiche originate da disfunzioni corporee che creerebbero le malattie mentali; tale è la giustificazione per il largo uso di psicofarmaci che ne è seguito.

TERAPIA BREVE STRATEGICA DELLA DEPRESSIONE

La Terapia Breve Strategica, ha identificato diverse tipologie di reazioni depressive, sulla base delle diverse modalità di interazione con sè stessi, con gli altri e con il mondo che ne sono alla base. Tale modello di intervento, caratterizzato come è tradizione della Terapia Breve Strategica da un alto grado di efficienza (al di sotto delle 10 sedute) e di efficacia (superiore all’80% dei casi), si è occupato di identificare i processi che costruiscono la depressione. Vediamone le diverse tipologie, ma prima un consiglio.

LA RINUNCIA

Secondo il modello Breve Strategico, centrale nelle problematiche depressive è la rinuncia: si profila un orizzonte in cui ogni speranza è persa perchè ogni tentativo è abbandonato, ogni azione di cambiamento soffocata sul nascere, ogni vitalità rinsecchita da un’inedia dilagante. Il dizionario italiano Sabatini-Coletti definisce la rinuncia come la “disponibilità a privarsi di qualcosa, non disgiunta però da rincrescimento. Abbandonare un progetto, un’idea, degli oggetti….abbandonare la speranza. La rinuncia a perseguire qualcosa che si desidera in virtù di una credenza, dell’idea che ciò che vorremmo sia ormai definitivamente fuori dalla nostra portata. Nei disturbi depressivi la rinuncia da parziale diventa globale” (Muriana et al., 2006)

costante ed estesa, una nebbia grigiastra che ricopre il presente, privandolo dei suoi colori e delle sue passioni. Nel modello breve strategico la resa all’ineluttabilità dell’esistente diviene caratteristica costante dei disturbi depressivi, in cui il paziente rifiuta la possibilità di combattere per raggiungere la sua personale terra promessa e ha ormai lasciato cadere le armi, arrendendosi ad un presente sempre più appiattito su sè stesso. L’abbandono della speranza ne è la naturale conseguenza, perchè ogni speranza, nel suo attrarci verso un futuro immaginato o desiderato, comporta una attivazione, un tentativo di dare forma al proprio mondo che è il naturale opposto della rinuncia stessa.

L’intervento Breve Strategico nei casi di depressione segue la logica del problema portato, prestando sempre grande attenzione a calzare l’intervento sul caso specifico della persona in questione. 

CONTATTAMI

Riferimenti Bibliografici

Muriana, E., Pettenò, L., Verbitz, T. (2006). I volti della depressione. Abbandonare il ruolo della vittima in tempi brevi. Firenze: Ponte alle Grazie.